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I VALORI DEL SENZA ZAINO

OSPITALITÀ

L’essere ospitale, il prestare cura e l’aver cura danno ragione dell’esistere autentico della scuola, la cui missione è incentrata sul fornire occasioni ed esperienze affinché il processo di crescita e di apprendimento abbia luogo, nel dotare il soggetto giovane di risorse cognitive ed emotive perché diventi progressivamente capace di prendere in mano la propria vita. La cura ci appare nel suo aspetto concreto: l’ambiente ospitale, fatto di persone e di
cose, parla all’allievo e all’adulto, diviene stimolo di apprendimento, anima i processi cognitivi.


RESPONSABILITÀ

Non si dà cura che non sia cura di sé, aver cura di sé è sentirsi responsabili per la propria crescita e per la crescita dell’altro. Il modello della responsabilità accoglie l’assunto che l’apprendimento non può che essere auto apprendimento, fondandosi sulla libera adesione del soggetto che riesce a crescere e a maturare in quanto
coglie il significato di ciò che gli viene proposto. Questo modello è centrato su atteggiamenti improntati all’autonomia e alla partecipazione.

COMUNITÀ

La scuola, come ogni altra organizzazione, può trasformarsi ed evolvere se si nutre continuamente di una visione che la anima, le dà forza, la orienta nelle scelte. Le comunità di pratiche e di ricerca danno visibilità e sostegno all’apprendimento: il clima, l’agire, la configurazione degli spazi e degli arredi, le relazioni, i saperi che si impiegano, tutto quanto contribuisce a dire della presenza o meno di uno spirito di ricerca che è all’opera, di una comunità che agisce in sinergia per il raggiungimento di obiettivi comuni e condivisi.

I 5 PASSI SENZA ZAINO

PRIMO PASSOOrganizzare gli spazi, dotarsi di strumenti e tecnologie didattiche.

SECONDO PASSO – Organizzare e gestire la classe, differenziare l’insegnamento.

TERZO PASSO – Progettare, valutare e organizzare le attività didattiche, sviluppare i saperi e la cultura.

QUARTO PASSO – Gestire la scuola-comunità in un istituto–rete di comunità.

QUINTO  PASSO – Coinvolgere i genitori, aprirsi al territorio.

Togliere lo zaino non è uno slogan, è un gesto reale; “Un gesto reale e simbolico per cambiare la scuola” Come in altre parti del mondo in Italia gli studenti utilizzano uno zaino in quanto devono portare a scuola e riportare a casa il proprio materiale come libri, quaderni, penne, matite, gomme, forbici, squadre e righe, colori ecc. Ciò è davvero strano! Perché al contrario qualsiasi lavoratore trova normalmente i propri strumenti del mestiere sul posto di lavoro e invece gli studenti no? Lo zaino comunica un senso di precarietà, di inadeguatezza, di inospitalità su cui occorre interrogarsi. Non a caso è stato inventato per gli alpinisti e per i soldati al fine di affrontare luoghi inospitali. infatti gli alunni sono dotati solo di una piccola tracolla leggera in cui inserire poche cose essenziali.

Ma togliere lo zaino ha soprattutto un valore simbolico rappresenta un modo innovativo di realizzare pratiche e metodologie ispirandosi a tre valori fondanti: la responsabilità, la comunità e l’ospitalità.

L’apprendimento globale prevede un curricolo fondato su

  • l’autonomia degli alunni e il fare responsabile
  • il problem-solving che alimenta la costruzione del sapere
  • la diversificazione dell’insegnamento che soddisfa stili di apprendimento diversi
  • la varietà degli strumenti didattici
  • l’attenzione agli spazi e agli arredi
  • la valutazione autentica che incoraggia i progressi
  • la cooperazione tra docenti
  • il lavoro a coppie o piccoli gruppi fra gli alunni
  • la condivisione dei materiali scolastici

Il tutto in un clima-classe sereno fatto di ascolto e accoglienza.

La disposizione della classe, le modalità con cui gli studenti affrontano e organizzano la giornata scolastica, la guida degli insegnanti con una didattica collaborativa, fanno sì che si sviluppi e accresca il senso civico, di impegno e cura dell’ambiente in cui gli alunni vivono Gli spazi dell’aula e quelli della scuola sono pensati per la realizzazione di questi valori, attraverso uno sviluppo dell’autonomia personale, un’assunzione di compiti, un lavoro cooperativo dei docenti e degli studenti.

LE AULE

Punto di partenza lo spazio, il setting d’aula. Si è partiti dal ritenere che le aule con i banchi messi in fila non fossero funzionali all’apprendimento così come quella con i banchi a ferro di cavallo, cambiare lo spazio significa pensare ad una didattica diversa. Al posto dei banchi quindi sono stati inseriti dei tavoli con 4/5/6 bambini.
Tutti i materiali sono condivisi, in ogni tavolo c’è a rotazione un responsabile del materiale con un percorso di crescita anche rispetto all’assunzione di responsabilità.


L’AGORÁ

Nell’aula è presente la zona chiamata “agorà”, uno spazio che può essere allestito con tappeti, oppure cuscini o pavimento in legno. È il momento in cui avviene l’accoglienza, l’incontro dell’inizio della giornata. È un tempo in cui insieme con qualsiasi insegnante ci sia si passa un quarto d’ora o mezz’ora a seconda delle situazioni e dei momenti. È il momento in cui si entra e si accoglie. Ci si può anche alzare liberamente e andare all’agorà anche nel corso della giornata. Completano l’aula le stazioni di apprendimento cioè angoli con materiali giochi per gli apprendimenti, uno o due computer, o schede che si possono fare da soli o in coppia, ciò permette ai bambini di andare liberamente e accedere al materiale.


IL MATERIALE

Il materiale viene acquistato dai genitori. Tramite l’Istituto viene chiesto un contributo economico ai genitori con il quale si comprano quaderni, penne, matite. Quando i ragazzi cambiano scuola si trovano bene perché hanno costruito una propria identità, sanno cosa sanno fare e cosa non sanno fare.